Nella grande maggioranza dei casi, al termine della gravidanza il feto si trova nella posizione più adatta al parto vaginale, e cioè con la testa rivolta verso il basso e natiche e piedi verso l’alto. Nel 4 % dei casi, però succede il contrario: la testa è in alto e il sedere o i piedi sono in basso. Si parla in questo caso di feto podalico.
Dopo le 32-34 settimane, però, difficilmente ha modo di cambiare posizione da solo, perché lo spazio per muoversi è diventato limitato.
Ecco che allora, per evitare un parto cesareo programmato, si può ricorrere ad una tecnica della medicina cinese detta moxibustione (MOXA) che aiuta i bimbi podalici a girarsi autonomamente nel grembo materno in modo da far loro assumere una posizione cefalica adatta ad un parto naturale.
La MOXA è una pratica del tutto innocua, molto efficace e senza effetti collaterali.
Consiste nell’avvicinare un sigaro di Artemisia all’estremità del mignolo del piede della futura mamma. La combustione stimola un punto del meridiano della vescica che è collegato con l’utero, e questa stimolazione induce il piccolo a muoversi e a mettersi a testa in giù.
La Dottoressa effettua la seduta con aghi e moxa. Alla fine della stessa, consegnerà un sigaro di MOXA e insegnerà come utilizzarla per praticarla a casa da sole.
Solitamente si effettua dalla 32° settimana in poi. Tanto più probabile la riuscita quanto più precocemente viene effettuata anche se non si può comunque escludere la sua efficacia più avanti nella gravidanza.
Dott.ssa AURELIA GUZZO
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